La struttura, finanziata e gestita dalla Norvegia, è nata nel 2008 per costituire una riserva che garantisse la diversità genetica delle colture: in scaffali sistemati in grandi sale sono conservate più di 1.000.000 di specie e varietà di semi importanti per l’alimentazione umana e animale. Provenienti da tutto il mondo e conservati in sacchetti contenenti ciascuno qualche centinaio di esemplari, sono mantenuti a una temperatura costante di -18°.
Sono state scelte le Svalbard perché isolate e facilmente raggiungibili con un volo di linea (inoltre la Norvegia è un paese politicamente stabile, ragionevolmente al riparo da guerre e rivolte).
La banca dei semi ha già dimostrato la sua utilità quando, qualche anno fa, un gruppo di ricercatori di Aleppo ha richiesto “un prelievo”: il loro istituto era stato distrutto dall'Isis e hanno così potuto ricostituire il patrimonio di semi per le proprie ricerche.
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